Tea Salis (autrice) e Marco Lais (musicista compositore) hanno partecipato con il testo “La Rosa Bianca” al concorso Viola di Ozieri, un contest che utilizza Il linguaggio musicale contro la violenza sulle donne per stimolare attraverso la cultura della non violenza, la riflessione e la sensibilizzazione sulla violenza di genere. La Rosa Bianca è un testo scritto durante la quarantena appositamente per il concorso, racconta di una ragazzina appena sbocciata che non riesce a esprimere il proprio dolore, e delle persone (famigliari, amici, medici) che non comprendono il problema e non si accorgono che lei ha subito violenza domestica. La ragazzina, La Rosa Bianca con gli occhi d’ambra, si lascia andare sino a sfiorire, come una rosa, ma la sua bellezza rimarrà sempre viva grazie all’arte e il ricordo.
Il testo invita a una riflessione sulla difficoltà di parlare della violenza subita, in particolare nell’età adolescenziale, e nello stesso momento di come le persone che spesso sono intorno a noi non percepiscono quei piccoli segnali di richiesta d’aiuto o gettano sentenze senza un ascolto accurato “Spartirsi diagnosi perverse su anime già abbastanza lese, invece di capire il tuo soffrire”
Il testo ha ricevuto una menzione speciale grazie alle capacità compositive musicali degli arrangiamenti di Marco Lai che ha impreziosito e arricchito il significato delle parole. La puntata è stata trasmessa in diretta Videolina e potrete rivedere l’esibizione di Tea e Marco al minuto 47:00 al seguente link: https://www.videolina.it/…/viola-2021-concorso-musicale.
LA ROSA BIANCA
Tea Salis
Disegnare su un filo di speranza
la magra dispotica ignoranza
che dilaga tra fiumi di incomprensioni
e pratiche incivili.
Spartirsi diagnosi perverse
su anime già abbastanza lese
invece di capire
il tuo soffrire
Eri già, una rosa bianca
già svezzata, con gli occhi d’ambra
coperti dai capelli biondi,
il viso sotto un velo di disagio.
Urlavi senza suoni
la sofferenza sotto pelle
e agitavi il dolore
tra gocce di rugiada intorno agli occhi.
Eri brava a disegnare
ma il disagio non faceva respirare
rischiaravi, tra la folla
una bellezza celata da una ciocca.
Cercando un aiuto sottovoce
nessuno capiva la tua luce
solo magre e leggerezze opinioni
lontane da ogni tua ragione
Eri già, una rosa bianca
già svezzata, con gli occhi d’ambra
coperti dai capelli biondi,
il viso sotto un velo di disagio.
Urlavi senza suoni
la sofferenza sotto pelle
e agitavi il dolore
tra gocce di rugiada intorno agli occhi.
E alla fine, come le rose
ti sei spenta sotto un letto di profumi
e così, l’ultimo petalo cadere,
hai ritrovato la tua lucidità.
E in quei disegni trovo il plauso del tuo genio
i sorrisi di una bimba mai capita
Il ricordo della tua longevità
è la musica della mia identità
Eri già, una rosa bianca
già svezzata, con gli occhi d’ambra
coperti dai capelli biondi,
il viso sotto un velo di disagio.
Urlavi senza suoni
la sofferenza sotto pelle
e agitavi il dolore
tra gocce di rugiada intorno agli occhi.